Sanità in sciopero della fame: 15.000 medici e infermieri digiunano per Gaza
Un gesto di resistenza civile e solidarietà per denunciare gli attacchi alle strutture sanitarie e il boicottaggio della multinazionale farmaceutica Teva.
Migliaia di operatori sanitari in tutta Italia hanno aderito a un'iniziativa di protesta silenziosa ma potente: un digiuno a sostegno della popolazione di Gaza.
L'iniziativa, partita dall'ospedale Monaldi di Napoli, si è rapidamente diffusa a livello nazionale, coinvolgendo oltre 15.000 professionisti in più di 500 ospedali, da Bolzano alla Sicilia.
Questo gesto non è solo un atto di condanna per le sofferenze della popolazione palestinese, ma è anche una forma di resistenza civile contro ciò che molti definiscono "una strategia deliberata" per negare l'accesso alle cure ai civili.
Come spiegato da Viviana Fusco, dirigente sanitaria di Napoli, gli attacchi al personale e alle strutture sanitarie non sono incidenti isolati, ma rappresentano "una strategia deliberata volta a negare ai civili l’accesso alle cure".
I dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e riportati da Global Movement to Gaza sono impressionanti: dall’inizio dei bombardamenti, sono stati uccisi 1400 operatori sanitari e sono state colpite 125 strutture mediche, 186 ambulanze e 34 ospedali.
Oltre al digiuno, gli operatori sanitari hanno lanciato un appello per boicottare la multinazionale farmaceutica israeliana Teva. L'accusa è che la società sia "non solo complice di occupazione e apartheid, da cui trae profitti, ma anche attivamente coinvolta nel genocidio".
Questa protesta mira a interrompere ogni contratto, presente o futuro, con l'azienda, sottolineando un legame tra profitto economico e sofferenza umana nei territori palestinesi.
Questo doppio gesto, il digiuno e il boicottaggio, rappresenta un'importante forma di resistenza civile che unisce la solidarietà umana a un'azione concreta e tangibile.
Il gesto degli operatori sanitari italiani, unito alle voci di molti altri professionisti in tutto il mondo, mette in luce una ferita profonda nella coscienza collettiva.
Colpire chi salva vite e distruggere gli ospedali, luoghi che dovrebbero essere al riparo da ogni conflitto, è un atto che va al di là della politica e della guerra, toccando il fondo della moralità umana.
Il "Grazie enorme" che tutti noi possiamo rivolgere non è solo per il digiuno di oggi, ma per un impegno che continua a manifestarsi in diverse forme, confermando che l'umanità e la solidarietà non hanno confini.
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