S.O.S. Mediterranea: bloccata la nave per aver salvato vite. Questo è il Governo italiano: Osceni!.
Con una decisione definita "oscena" dagli stessi membri, la nave della ONG Mediterranea è stata sottoposta a fermo amministrativo e multata per 10.000 euro. L'accusa è di aver disobbedito alle direttive del governo Meloni, sbarcando dieci migranti in condizioni critiche nel porto più vicino di Trapani, invece di raggiungere la più lontana Genova.
La nave della ONG Mediterranea è stata posta sotto fermo amministrativo e sanzionata con una multa di 10.000 euro.
Il provvedimento, scaturito dall'applicazione del codice di condotta per le ONG, è stato emesso dopo che l'equipaggio ha sbarcato dieci migranti in gravi condizioni di salute nel porto di Trapani, disobbedendo all'ordine di raggiungere il porto di Genova, designato dal governo.
La decisione della ONG, presa per garantire cure immediate ai naufraghi, è stata definita un atto di "disobbedienza" dalle autorità.
La vicenda ha sollevato forti polemiche, con il capomissione Beppe Caccia che ha annunciato la sua intenzione di rimanere a bordo della nave in segno di protesta.
"Questa situazione è inaccettabile, una chiara vendetta per aver disobbedito all'ordine di sbarcare a Genova", ha dichiarato Caccia, sottolineando l'assurdità di un provvedimento che blocca una nave pronta a operare soccorsi, proprio in un periodo di gravi naufragi.
Il provvedimento di fermo amministrativo, oltre alla pesante sanzione, impedisce alla nave di lasciare il porto per un periodo di tempo che varia dai 2 ai 24 mesi, a seconda della gravità dell'infrazione.
Questo blocco forzato riduce drasticamente il numero di imbarcazioni attive nel Mediterraneo, rendendo i soccorsi in mare ancora più difficili e rischiosi.
Le ONG sostengono che il codice di condotta non solo contravviene al diritto internazionale marittimo, ma costituisce anche un ostacolo deliberato alle operazioni di salvataggio.
L'azione legale intrapresa da Mediterranea, che ha presentato ricorso, si inserisce in un più ampio scontro tra le organizzazioni umanitarie e le politiche migratorie del governo.
La notizia ha generato ovviamente un'ondata di solidarietà verso Mediterranea e Beppe Caccia, con numerose voci che hanno definito il provvedimento una "punizione" per un atto di umanità.
L'episodio ha riacceso il dibattito sulla criminalizzazione del soccorso in mare e sul ruolo delle ONG nel Mediterraneo.
Molti ritengono che l'attuale politica del governo non solo non risolva il problema migratorio, ma metta a rischio la vita di migliaia di persone, costringendo le navi a percorsi più lunghi e pericolosi.
La protesta di Beppe Caccia simboleggia la resistenza contro politiche percepite come disumane, richiamando l'attenzione sull'importanza di difendere i diritti umani e la vita, anche a costo di disobbedire a direttive che contravvengono alle leggi del mare e alla coscienza civile.
Governo come sempre osceno.
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