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Mohamed Salah critica l'UEFA per il tributo a Suleiman Obeid


Il campione egiziano chiede chiarezza sulla morte del calciatore palestinese ucciso a Gaza

Vi ricordate che qualche giorno fa avevo in un articolo:👇

avevo riportato la tragica storia di Suleiman Obeid, un calciatore palestinese di 41 anni, una leggenda dalle sue parti, soprannominato il "Pelé palestinese"?

La sua vicenda era stata rappresentata come un simbolo del dramma vissuto dalla popolazione locale e la speranza è che lo diventi anche oltre i propri confini.
Si tratta di una storia triste che può dare risposte.
Anche perché con la notorietà del calciatore, o meglio dire purtroppo ex (in tutti i sensi) il tutto può essere un simbolo e serve a dare schiaffoni a dichiarazioni come quelle di Tajani o altri politici, ma soprattutto può essere un punto di svolta per l'opinione pubblica e soprattutto istituzionale a livello globale.

Invece.... neanche neanche l'"Unione delle federazioni calcistiche europee" ha fatto il suo dovere fino in fondo.

Il mondo del calcio si interroga, quindi oggi, dopo la netta presa di posizione di Mohamed Salah nei confronti dell'UEFA. 

L'attaccante del Liverpool e stella della nazionale egiziana ha usato i suoi canali social per criticare apertamente il massimo organo calcistico europeo per il modo in cui ha gestito il tributo a Suleiman Obeid, il calciatore palestinese ucciso a Gaza.

La vicenda ha avuto inizio quando l'UEFA ha pubblicato un messaggio di cordoglio per la morte di Obeid, senza però specificare le circostanze del decesso né chi fosse il responsabile. 

Secondo diverse fonti, Obeid sarebbe stato ucciso dall'esercito israeliano mentre era in coda per ricevere aiuti alimentari.

La reazione di Salah, noto per la sua sensibilità e per il suo impegno su questioni sociali e umanitarie, non si è fatta attendere. 

Con un post diretto e incisivo sulla piattaforma X (ex Twitter), ha commentato il messaggio dell'UEFA chiedendo: "Potete dirci come è morto, dove e perché?". Un intervento che ha rapidamente guadagnato milioni di visualizzazioni e ha acceso un dibattito internazionale sul ruolo delle istituzioni sportive in contesti di conflitto.

Il gesto di Salah ha avuto una forte risonanza, in un'epoca in cui molti atleti di alto profilo preferiscono mantenere il silenzio su questioni politiche delicate. 

Il calciatore egiziano non è nuovo a prese di posizione su quanto accade a Gaza: in passato, aveva già lanciato appelli e donato fondi per sostenere la popolazione civile palestinese. 
La sua voce, potente e influente, è percepita da molti come un faro in un mondo che spesso sembra indifferente.

La critica di Salah all'UEFA solleva un interrogativo cruciale: fino a che punto le organizzazioni sportive dovrebbero prendere posizione su temi geopolitici? 

Se da un lato il messaggio di cordoglio dell'UEFA è stato visto come un tentativo di rimanere neutrali, dall'altro la richiesta di Salah e di molti suoi sostenitori è quella di una maggiore trasparenza e di una presa di posizione più chiara, che non lasci spazio a interpretazioni ambigue.

Anche perchè qui di ambiguo non c'è proprio niente.

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