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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Raid su Gaza: la tregua si spezza con violenza inaudita, oltre 100 morti in una notte




La ripresa dei bombardamenti israeliani a Gaza, definita "scaramucce" dall'Occidente, solleva il velo sulla retorica della pace. Civili, tra cui 35 minori, tra le vittime del più grave attacco dalla firma del cessate il fuoco.

​Quella che doveva essere una fragile, seppur esistente, tregua mediata dagli Stati Uniti è stata spezzata da un'ondata di bombardamenti israeliani di "violenza inaudita", diventando la più grave violazione del cessate il fuoco negli ultimi 18 giorni

La notte appena trascorsa ha visto aerei e tank dell'esercito israeliano (IDF) colpire indiscriminatamente la Striscia, da Gaza City a Khan Younis, fino al valico di Rafah, trasformando gli ospedali in scene di "feriti, sangue e familiari disperati", con un bilancio destinato a salire a causa dei civili intrappolati sotto le macerie.

​Secondo la Protezione civile di Gaza, sono almeno 100 i palestinesi uccisi, un terzo dei quali minori e bambini (35 vittime)

Tra i morti si conta anche il giornalista Muhammad Al-Munirawi, che porta a 256 il numero di professionisti dell'informazione palestinesi uccisi dall'inizio di quello che viene definito un "genocidio".

La 'Scusa' e la Strategia di Netanyahu

​Il modus operandi del governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, viene descritto come immutabile: qualsiasi "scusa", "pretesto", o "mossa sbagliata" - vera o presunta - da parte di Hamas viene usata per giustificare bombardamenti massicci contro donne, bambini e popolazione civile. Anche in queste ore, è giunta la notizia che un ospedale, il più grande ancora attivo a nord di Gaza City, sarebbe stato sfiorato dai raid, una costante in questo conflitto come testimoniato da giornalisti sul campo.

​Israele ha accusato Hamas di aver violato la tregua, ad esempio per l'uccisione di un suo soldato a Rafah o per la mancata restituzione dei corpi degli ostaggi (accuse respinte da Hamas). 
Tuttavia, in risposta a queste presunte violazioni, Netanyahu ha ordinato "attacchi massicci" che hanno causato la morte di un centinaio di civili palestinesi, come riportato da agenzie internazionali, prima di ripristinare il cessate il fuoco la mattina successiva.

La Linea Gialla e l'Indifferenza Internazionale

​A inasprire il quadro si aggiunge la presunta violazione degli accordi di Sharm el-Sheik da parte di Israele, con l'avanzamento dell'esercito oltre la "linea gialla" di confine da cui si era ritirato, un atto che si sarebbe consumato nel "silenzio generale" della comunità internazionale.

​L'aspetto più criticato e confermato dalle cronache recenti che riferiscono dichiarazioni simili, è la reazione della comunità internazionale, in particolare di Stati Uniti e Italia. 

Mentre l'IDF massacrava decine di civili, il vicepresidente americano J.D. Vance (citato dalle agenzie di stampa) ha definito gli scontri come mere "scaramucce", una posizione che sarebbe stata condivisa da altri esponenti politici occidentali.

​Una debolezza terminologica, o forse una voluta minimizzazione, che ha trovato eco nel dibattito politico internazionale, sollevando indignazione. L'accusa mossa è quella di "untuosa ipocrisia" e "salamelecchi", dove la retorica della pace svanisce di fronte a centinaia di morti innocenti, definendo tale reazione una dimostrazione del fatto che le loro "teste non sono sotto le bombe".

Genocidio Continuo e il Piano di Sterminio

​La tesi centrale che emerge dalla critica è che la pace non potrà mai esistere finché Israele non avrà completato il suo vero "piano": lo sradicamento totale e definitivo del popolo palestinese dal proprio(?) territorio/Stato. 

Le bombe cadute in queste ore sono l'ennesima prova che l'obiettivo non è un genocidio terminato, ma un "genocidio" in corso, che, di fronte all'attuale risposta dell'Occidente e del governo italiano in testa, "finirà solo con l'ultimo palestinese ucciso".

L'attuale cessate il fuoco è stato ripristinato, secondo fonti militari israeliane, nelle ore successive ai raid, ma lo scambio di accuse e le gravi perdite civili della notte scorsa hanno messo in seria crisi la già precaria tregua.

​Ovviamente in tutto questo sapete come il ministro degli Esteri Tajani ha chiamato tutto questo?
Lo ha fatto con una citazione riportata qualche riga più sopra: “Scaramucce”.

Che schifo.

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