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​Il "Disastro Vannacci" in Toscana: La Lega Crolla al 4,5% e Viene Superata dalla Sinistra. La beffa?Bernard Dikane Bundu da bersagli a vincitori



​Strategia fallimentare: la "vannaccizzazione" azzera il consenso leghista, che passa da 9 a 1 seggio e incassa l'umiliazione del sorpasso. Intanto, il giovane Bernard Dika, vittima di attacchi razzisti, trionfa con 13.000 preferenze, mentre la candidata Bundu batte in solitaria l'intero Carroccio.


​La recente tornata elettorale in Toscana si è trasformata in una sonora debacle per la Lega e per la strategia di "vannaccizzazione" voluta dal Carroccio. 

L’ex generale Roberto Vannacci, al quale era stato affidato il totale coordinamento della campagna elettorale, con ampie libertà su scelte, tono e candidati, ha incassato un risultato clamoroso in negativo, che sta già facendo discutere gli ambienti politici.

​L’ambizioso "effetto Vannacci," sbandierato dai titolisti e prospettato come catalizzatore di consensi, si è infranto contro le urne toscane. 
La Lega ha chiuso con un misero 4,5% dei voti, relegandosi a settima forza politica, ben lontana dal successo, e, ancora più significativo, registrando una flessione drastica: cinque volte meno dei voti ottenuti appena cinque anni fa. 

Non solo. Il partito di Salvini-Vannacci è finito dietro persino alla lista civica del rieletto Presidente Giani e alla lista di sinistra Toscana Rossa.

L'Umiliazione del Sorpasso: Bundu Batte la Lega

​A rendere il risultato ancora più imbarazzante è il sorpasso subito da Antonella Bundu, candidata Presidente indipendente della sinistra-sinistra, supportata da una coalizione con mezzi e visibilità infinitamente inferiori. 

Bundu ha raccolto oltre il 5% delle preferenze, superando l’intera Lega di circa mezzo punto percentuale. 
Un risultato che la candidata, con padre della Sierra Leone, ha costruito dal basso, affrontando una valanga di insulti razzisti e operando con un budget e un’esposizione mediatica minimi. 

Nonostante abbia mancato per un soffio l'ingresso in Consiglio Regionale a causa del mancato raggiungimento della soglia minima della lista collegata, la sua performance è un inequivocabile schiaffo politico ai vertici della Lega e un segnale forte per la sinistra radicale.

Bernard Dika: La Migliore Risposta all'Odio

​L’altro volto di questa tornata elettorale, e forse la risposta più efficace al clima di odio e discriminazione che ha caratterizzato la campagna, è il giovane Bernard Dika

Candidato con il Partito Democratico, Dika, nato in Albania ma trasferitosi a Pistoia da bambino, è stato il bersaglio di una campagna d’odio online e di attacchi razzisti ("Torna a casa tua!", "Si candidi al suo Paese").

​Nonostante, o forse proprio in reazione, a questi attacchi vigliacchi, il 27enne Bernard Dika è andato avanti, concentrando la sua campagna su equità, diritti, lavoro, sanità pubblica e salute mentale. 

Il risultato è stato travolgente: con quasi 13.000 preferenze, è stato eletto in Consiglio Regionale, risultando il più votato del suo collegio e tra i primissimi in assoluto. 

La sua elezione è stata immediatamente celebrata come la "migliore risposta possibile" ai tentativi di delegittimazione basati sull’origine.

Da Nove a Un Seggio: La Debacle Totale

​In definitiva, l’esperimento della "vannaccizzazione" si è rivelato un completo fallimento strategico e numerico. 

Il partito che cinque anni fa si assicurava ben 9 seggi in Consiglio Regionale, oggi ne porta a casa uno solo: 1 seggio in totale per l’intera opposizione leghista.

​"Un capolavoro politico," commentano ironicamente gli analisti, definendo il tutto come l’autentico e inaspettato "effetto Vannacci." 

La parabola della Lega in Toscana, da forza dominante a settima lista con un solo consigliere, suggerisce che la strategia di cavalcare la retorica divisiva dell’ex generale non abbia attecchito nel tessuto sociale toscano.

​Il fallimento di Vannacci, in una regione tradizionalmente di sinistra come la Toscana, è un avvertimento per la Lega sul piano nazionale, mentre le vittorie di Bernard Dika e il sorprendente risultato di Antonella Bundu riaffermano la vitalità di una politica incentrata su diritti, inclusione e dignità, capace di mobilitare il consenso anche in contesti di forte polarizzazione. 

La speranza, per molti, è che l’"effetto Vannacci" sia l’inizio della "sparizione" politica della linea ultranazionalista che ha cercato di imporre.

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